Un Anno Fa… Giro d’Italia 2019, Nibali promette battaglia: “Non conta arrivare terzo, quarto o quinto, ma conta vincere”
Vincenzo Nibali lascia il segno nella quindicesima tappa del Giro d’Italia 2019. Sfruttando al meglio un percorso che conosce come le sue tasche, il capitano della Bahrain – Merida corre aggressivo nel finale verso Como, mettendo i compagni a lavorare e piazzando le due accelerazioni decisive sul Civiglio. Complici le difficoltà di Primoz Roglic, costretto a salire sulla bici di un compagno, il siciliano riesce a staccare praticamente tutti i rivali, con il solo Richard Carapaz (Movistar) che riesce a tenerne la ruota in salita, nel momento delle due accelerazioni decisive piazzate dallo Squalo dello Stretto. Scatti che non consentono di giocarsi la tappa, vinta da Dario Cataldo (Astana) su Mattia Cattaneo (Androni-Sidermec) al termine di una lunga fuga, ma che permettono di guadagnare 40 secondi allo sloveno.
“Oggi è stata una giornata molto dura perché la seconda settimana è stata molto difficile, quindi c’era un po’ di stanchezza – commenta subito dopo il traguardo – Sulla salita ho provato per vedere come rispondevano gli altri, anche se c’era un po’ di timore perché non sapevo come stavano gli altri dopo che sul Sormano il ritmo era molto alto. Poi, quando ho visto che abbiamo guadagnato qualche metro, ti viene morale e abbiamo iniziato a spingere ancora di più. Poi Carapaz ha dato una mano e abbiamo guadagnato qualcosa”.
Dopo “una prima settimana con tanta pianura in cui era importante evitare cadute e intoppi”, la seconda settimana ha visto l’arrivo delle montagne e il siciliano ha confermato le buone sensazioni mostrato, pur avendo perso terreno dalla attuale Maglia Rosa, con Carapaz che ha sfruttato la marcatura tra Nibali e Roglic per guadagnare nelle prime due tappe di montagna di questa edizione. “Forse io ho sbagliato, ma anche Roglic – aggiunge ricordando l’episodio nella tappa di venerdì, che ha portato a numerose polemiche – Non stava a me fare la corsa e ha sbagliato a lasciare troppo spazio a Carapaz. La mia frase era ironica per dire che io il Giro l’ho già vinto e che se lui voleva vincere non poteva pensare di controllare solo me e lasciar andare gli altri. Se lui si basa solo su di me, poi la corsa si apre anche per tanti altri.”.
Andata come è andata sinora, la corsa è ancora pienamente aperta. Soprattutto per uno come lui, che “Ora entriamo nella terza settimana e bisognerà provarci – racconta dopo l’incontro con Alberto Contador – Lui era una fonte di ispirazione perché per me, come per lui, non conta arrivare terzo, quarto o quinto, ma conta vincere“.
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